Mete.

Che un giorno si possano dire di MALAFEDE le cose che Antonio Spadaro dice qui:

«[…] sarebbe interessante se qualcuno si impegnasse a trovare tra le narrazioni d’oggi pagine in grado di comunicare uno sguardo ingenuo sulla realtà, da quella migliore e solare a quella più dura e tragica. […] Ecco cosa mi aspetto dalla nuova narrativa italiana, ecco ciò di cui sono alla ricerca: pagine libere dalla stanchezza del rancore e del fallimento necessario, dal torpore del sentimentalismo, dalla banalità del puro gioco delle forme; pagine che conoscono la perdizione del naufragio, ma anche la grazia della salvezza; pagine che sappiano guardare alla realtà così com’è, senza rimedi e senza l’airbag della militanza indignata o colta».

Una risposta a “Mete.”

  1. Se sapessi scrivere così bene potrei rispondere a tono. Ognuno si faccia autocritica, che dire.

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