Maledetto merketing

Grazie a mio figlio Matteo in questi giorni sto scoprendo, sulla soglia dei 40, Winnie the Pooh, personaggio del 1926.

L’invadente marketing di cui l’orsacchiotto è stato vittima negli ultimi decenni mi aveva reso, a priori, antipatico Winnie e mi aveva impedito l’’incontro con il talento di A. A. Milne. Roba, che Disney, a confronto, era un omino mediocre privo di sensibilità e fantasia.

La lezione è: guai a farsi condizionare dal marketing, in ogni senso. Povero me.

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