Brunori Sas ha forgiato una lama affilatissima. A doppio taglio.

Te ne sei accorto sì, che parti per scalare le montagne, e poi ti fermi al primo ristorante e non ci pensi più.

La verità è che ti fa paura l’idea di scomparire e che non vuoi cambiare. Che non sai rinunciare a quelle quattro, cinque cose a cui non credi neanche più. 

Sono superficiale. In fondo sai lo sai anche tu che siamo figli delle stelle e della tv.

Ma tu mi parli ancora di pensione e di barconi pieni di africani come se fossero problemi tuoi, come se non c’avessi già i problemi miei.

Don Abbondio sono io affacciato alla finestra a guardare le macerie a contare quel che resta.

Certo non è bello quando guardo il mio castello in aria e penso che un castello sulla terra così bello non ci sta.

Hai notato l’uomo nero spesso dice che noi siamo troppo buoni e che a esser tolleranti poi si passa per coglioni.

Ma non ti sembra un miracolo che in mezzo a questo dolore e tutto questo rumore, a volte basta una canzone, anche una stupida canzone a ricordarti chi sei.

 

Quelli che ho riportato è un collage di versi pescati da “A casa tutto bene”, l’ultimo album del cantautore calabrese Brunori SAS.

È un album che mi ha spaccato in due, perché dentro ci ho trovato la voce del grillo parlante perfetta per me (e per quelli come me).

Chi sono io? Un bravo ragazzo nato negli anni settanta, che ha trovato un posto al riparo dalla bufera che spazza il paese. Che coltiva la propria buona coscienza affacciato alla finestra a guardare le macerie a contare quel che resta e che non sa rinunciare a quelle quattro, cinque cose a cui non crede neanche più.Le mie serie tv, un interazione virtuosa con i social media, un giochino sul cellulare, i miei libri (quelli scritti e quelli letti), l’ultimo album di Brunori SAS.

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